MARINA GIOVANNINI Danzatrice e performer indipendente, interessata alle potenzialità espressive del corpo e all’ interazione con i diversi linguaggi dell’ arte, collabora con danzatori, coreografi e artisti e si dedica ad un personale percorso di ricerca verso un linguaggio che privilegia la naturalezza del gesto. Di formazione classica, studia con Cristina Bozzolini, Lilia Bertelli e Barbara Baer e nel 1988 si perfezionata con borsa di studio al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia/ATER. Dal 1989 al 1992 è danzatrice solista nella compagnia del Balletto di Toscana dove interpreta neoclassici e contemporanei della danza europea (Bigonzetti, Monteverde, North, Preljocaji, Sieni, Van Manen, Wubbe). In seguito si interessa ai nuovi linguaggi della danza contemporanea italiana iniziando una lunga esperienza nella Compagnia Virgilio Sieni all’interno della quale è assistente alle coreografie e interprete protagonista di tutte le produzioni e di numerose collaborazioni artistiche dal 1993 al 2006. Nel 2003 è danzatrice solista e coautrice di Empty Space-Requiem (premio Ubu 2004, miglior spettacolo di teatro danza). Nello stesso anno collabora con Letizia Renzini interessandosi ai nuovi linguaggi multimediali e realizzando il video performance Esercizi di vita e Balletti (Tusciaelecta). Nel 2008, insieme a Samuele Cardini, vince il premio Equilibrio della Fondazione Musica per Roma con Studi per luogo Comune. Crea e interpreta le coreografie degli spettacoli La bambola di carne (Biennale Danza di Venezia, The Place-Londra, Dansens Hus-Stoccolma, Fabbrica Europa Festival, Firenze) Pausa Paradiso (Auditorium Parco della Musica, Roma), Parco-diario di un duetto (Contemporanea Festival, Prato), Motorshow,Misura (Teatro studio di Scandicci), A Drum is a woman (EX3 Centro per l’arte contemporanea), Meditation on beauty(Fabbrica Europa Festival, Romaeuropa). Spazia in contesti artistici molto differenti, avvalendosi di una lunga esperienza di rappresentazioni e performance in prestigiosi teatri, festival, musei, gallerie d’ arte, set cinematografici e spazi urbani.
SCHEDA TECNICA La performance è pensata per spazi non prettamente teatrali, in particolare musei, gallerie, sale pubbliche, aree industriali dotati di grandi finestre o di illuminazione naturale. Le indicazioni tecniche sono da intendersi come punto di partenza per un allestimento site-specific che tende a sottolineare e a far apprezzare le caratteristiche dello spazio ospitante. ALLESTIMENTO
La performance è pensata per svolgersi nelle ore diurne in modo da poter sfruttare il più possibile la luce naturale. A seconda delle caratteristiche della sala e dell’orario verranno aggiunti dei corpi illuminanti o tendaggi sulle finestre. DURATA 50 minuti Per allestimento, prove e spettacolo è richiesta la presenza di un responsabile tecnico dello spazio ospitante. Referente tecnico: Marco Santambrogio marcosantambrogio@katamail.com |
PROGETTO
Che senso ha l’esistenza della bellezza? Come si declina l’idea della grazia? In un luogo senza cornice, le danzatrici di Meditation on beauty si muovono in uno spazio di parallelepipedi e traducono in gesto quella necessità di bellezza che è condizione vitale. Ogni passaggio risponde all’estetica di un atto coreografico che si pone al di fuori dell’idea di spettacolarizzazione per manifestarsi come un segno di esistenza, un’azione di riappropriazione dello spazio del corpo. Composto di frammenti complementari di una medesima riflessione, Meditation on beauty è un lavoro che nasce a partire dalla fascinazione per le geometrie, come forma di misurazione dello spazio e base del rigore per ardui esercizi di equilibrio, movimenti tesi e pose che impongono la fiducia assoluta nel proprio corpo e nella stabilità dell’altro. Il femminile, tratteggiato dai gesti e dalla grazia, è il fulcro dell’intero lavoro: le figure di riferimento sono donne e in particolare lo sono le differenti arti di Nina Simone e Maya Deren. Spazio e tempo sono assi cartesiani della danza, scanditi dal corpo, considerati in una visione femminile di costante e rotondo mutamento, di fragilità e fermezza, di posizioni prese e lasciate scorrere. Meditation on beauty è una metafora del mondo alla ricerca continua di un equilibrio precario eppure solido, di un mutamento necessario e scandito dalla costante messa in discussione della propria posizione. Questo continuo cambiamento diventa così il luogo dell’indagine e di una meditazione, appunto, sull’esistenza e sull’identità della donna, in quanto danzatrice e in quanto essere umano, sull’idea stessa del femminile, fragile e potente, sulla relazione con ciò che è bello, sulla necessità della grazia, sulla ricerca dell’equilibrio. Fotografia © Ilaria Costanzo
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